Certo di fare cosa gradita a molti appassionati e cultori della storia molisana e medioevale ed avendo purtroppo constatato che diverse persone ancora non conoscono la rivista Archeomolise che già da qualche anno, con ottimi e mirati articoli di giovani studiosi ed archeologi illustra questa regione sotto tutti i suoi diversi aspetti storico-culturali ed etnografici, presento il mio ultimo intervento sulla riscoperta di un inedito documento relativo alla donazione del castello di Toro al Monastero di S. Sofia in Benevento, individuato per la prima volta dallo storico Vincenzo D’Amico di Jelsi e solo ora dato alle stampe nella sua interezza.
Negli ultimi anni venne reindividuato anche da Jean-Marie Martin (e non dal Cuozzo, come invece scritto per una svista) che lo cassò brevemente come falso, dandone comunque una breve notizia nella sua edizione critica del Chronicon Sanctae Sophiae.
L’atto originale, steso su pergamena, è invece, molto probabilmente una copia tardiva del XIV secolo, della donazione del predetto Castrum torese avvenuta nel 1090 alla presenze dei feudatari delle terre e dei castelli circostanti.
Fra i centri abitati ancora oggi esistenti, vi figurano i nomi dei primi signori di Jelsi, Gildone, Cercemaggiore, Mirabello, Ferrazzano, Campodipietra, Matrice e Pietracatella.
Riguardo a Cercemaggiore è da rilevare che questo documento rappresenta (almeno per ora) in assoluto il più antico testo scritto che attesta l’esistenza dell’abitato nella sua fase normanna.
Il presente articolo è stato pubblicato per gentile concessione della Direzione di ArcheoMolise
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